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PER UN'EDUCAZIONE INTERGENERAZIONALE

Aggiornamento: 24 mag 2022


È il 2001 e ci troviamo nella casa di riposo di Saint Maur, in Francia, a pochi chilometri da Parigi.


All’interno di questa casa di riposo si decide di mettere a punto un esperimento, aprendo l’asilo “Residence de l’Abbaye” e grazie a questa iniziativa 110 anziani, ospiti della casa di riposo, possono recarsi in ogni momento nei locali riservati all’asilo e incontrare 32 bambini.


Questo esperimento dà il via alla creazione di centri intergenerazionali in tutto il mondo, consentendo occasioni di incontro tra anziani e bambini attraverso la messa a punto di attività variegate come lezioni di pittura, di cucina, di lettura e la condivisione di momenti della giornata come quelli dei pasti o dei festeggiamenti dei compleanni.


Ecco che prende piede lo strumento dell’Educazione Intergenerazionale che getta le sue basi sull’idea di sfruttare la condivisione e l’incontro delle due generazioni agli opposti per imparare a considerare le differenze come occasione di apprendimento e non attraverso lo studio analitico di testi in materia, ma attraverso l’esperienza diretta, che si configura come lo strumento più efficace per far crescere nell’essere umano il mutuo atteggiamento solidale.


I bambini, curiosi e privi di preconcetti, imparano a socializzare con persone di una generazione differente senza aver paura della disabilità senile e diventano rispettosi dei ritmi lenti degli anziani che rendono gli stessi bimbi più tranquilli e concentrati.

In questo modo i bambini crescono con una mentalità naturalmente inclusiva e questo si riflette necessariamente sul tessuto anche lavorativo della società del futuro.

Allo stesso tempo, gli anziani, percepiscono l’importanza che ricoprono nei confronti dei bambini e questo consente loro di assumere un ruolo di responsabilità, allontanandoli dal pensiero di essere soli, inutili alla società.


Nel 2012, la Seconda Assemblea Mondiale sull’Invecchiamento ha sottolineato lo stato di crescente isolamento in cui si trovano gli anziani e la necessità di creare una comunità solidale attiva. Per fare ciò il primo passo da compiere è quello di invertire la tendenza a creare contesti esclusivamente mono generazionali provando invece a trovare punti di comunicazione tra mondi diversi.


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